IL MANGO NERO E L'OTTAVO NANO Quel ramo del Lago Nero che volge ancora più a sinistra di Paolo Rossi, ma che in realtà pende più a destra di un dare precedenza, fu teatro anni e anni fa di una tremenda leggenda popolare.
Si favoleggiava infatti che dal cupo Lago Nero si innalzasse nottetempo il Mostro di Mangness una creatura metà uomo e metà mangifera, con un cuore a forma di nocciolo duro che sotto l'egida dell'autostima e leadership personale, in realtà si prefiggeva di oscurare tutti e seppellirli nelle torbide e fredde acque del Lago Nero. Il suo grido di battaglia era il temibile vocalizzo rotante e tutti gli abitanti delle zone circostanti lo avevano sentito almeno una volta, anche se era severamente proibito darlo per certo. Questa però era la leggenda popolare. La realtà era ben diversa. Infatti un bel giorno dalle limpide acque del Lago Nero, un nome una garanzia, vide i natali uno splendido esemplare di uomo, dalla fulgida chioma nera corvina, benedetto dagli dei per il suo aspetto tridimensionale e per la sua splendida voce da usignolo. Nel suo soave volto convivevano felicemente le dimensioni delle orecchie di dumbo, del naso di un'aquila reale e degli occhi a palla di una rana pescatrice. Per questo il suo aspetto era definito tridimensionale. Per il bellissimo tono di voce era detto "usignolo del lago", ma in realtà il suo nome prendeva spunto dalla splendida chioma corvina tirata a lucido a colpi di cromatina. Il suo nome all'anagrafe era mango nero.
Il mango nero sarebbe stato anche un buon diavolo se non ci fossero stati alcuni intoppi nel suo cammino. Il primo si chiamava ego, parente stretto dei mattoncini lego, era smisurato e quindi insormontabile. Il secondo era il suo insopportabile consigliere, detto consigliori alla maniera del Padrino, il famigerato ottavo nano. L'ottavo nano era brutto, ma così brutto che tutti lo lasciavano a terra, anche la duchessa sul pisello che si era invece caricata allegramente i sette nani della favola di Biancaneve. La duchessa sul pisello a differenza della sua più altolocata parente, la principessa sul pisello, che stava scomoda su sette materassi con sotto un pisello, stava comodissima su un materasso solo con sette piselli sopra. Era parente stretta della duchessa di pork della corte di Inghilterra. Eppure nonostante tutto anche lei non voleva l'ottavo nano. L'ottavo nano aveva riflettuto molto su tanta repulsione nei suoi confronti, aveva riflettuto al punto da diventare uno specchio nel quale si specchiava e si rimirava il vanitosissimo mango nero.
Un bel giorno il mango nero decise di interrogare l'ottavo nano "specchio specchio brutto come un drago chi è l'usignolo più melodioso di tutto il lago?" All'ottavo nano non parve vero di essere interrogato dal mango nero e non perse occasione per lanciare una bordata "saresti tu o mio signore se non ci fosse il tuo fratellastro mango bianco che ti vuole rubare l'ugola" E fu così che il mango nero si convinse di essere invidiato e perseguitato dal fratellastro mango bianco che invece, da piccolo, gli aveva anche cambiato i pannolini. Non solo, ma pur di imitare il fratellastro il mango nero aveva preso l'abitudine di dipingersi il viso tridimensionale di bianco, salvo poi pentirsene perché c'era in giro un certo Dic-san che sosteneva che più bianco di lui non si poteva e il mango nero non voleva essere secondo a nessuno.
Per liberarsi del mango bianco una volta per tutte il mango nero decise di preparare per lui un boccone prelibato con una sorpresa...un dolcissimo, invitante e succolento frutto del mango con all'interno un nocciolo duro ma così duro che al confronto l'acciaio temperato si tagliava con un grissino. Il risultato fu stupefacente, il frutto aveva un profumo inebriante, la buccia aveva colori più brillanti della chioma di Vanda Marchis e poi il sorriso al miele d'acacia con cui il mango nero offrì il frutto al suo fratellastro era più invitante di quello di un caimano. Il mango bianco che non era fesso e conosceva i suoi polli, al pari dei suoi manghi, accettò il frutto e cominciò a mangiarlo tutto soddisfatto mentre il mango nero, gongolante, lo guardava a bocca aperta. Arrivato al nocciolo duro il mango bianco anziché inghiottirlo e strafocarsi come aveva previsto, erroneamente, il mango nero lo sputò dritto dritto in direzione del gargarozzo del fratellastro che si mise a ululare in preda alla disperazione "mi stanno rubando l'ugolaaaaaaaaa, mi stanno rubando l'ugolaaaaaaaaaaaaa...." e poi stramazzò per terra. L'ottavo nano che da bravo consigliori aveva assistito a tutta la scena si precipitò in soccorso al mango nero e cominciò a scuoterlo a più non posso per liberarlo da quel duro nocciolo che gli si era incastrato in gola. Tanto mosse, mari, monti e anche laghi neri che il mango nero inghiottì il duro nocciolo e riuscì a riprendere il fiato e i sensi. Dopo una lunga serie di lavande gastriche, tac, tag, risonanze magnetiche e periferiche il nocciolo duro fu dichiarato clinicamente irrecuperabile. Si era fermato troppo vicino al cuore e lì sarebbe rimasto per sempre.
Alcuni abitanti del luogo riconobbero nel frutto del mango offerto al mango bianco, nel nocciolo duro e nel tremendo ululato del mango nero alcune preoccupanti assonanze con la leggenda del mostro di Mangness e il suo terrificante vocalizzo rotante, ma ovviamente si trattava solo di malignità. La favola del sublime mango nero e ottavo nano è stata tramandata ai posteri così com'è con tutta la sua evidentissima morale.
Stretta la strada, troppo traffico per la via, lunga vita al mango nero, ma lasciatemi la mia.
Il Mostro di Mangness
L'ottavo nano, smorfiosamente somigliante a un mango
venerdì 1 febbraio 2008
L'aromangoterapia è un ramo della fitoterapia che usa gli olii eterici estratti dal mango per guarire un infinità di malattie e problemi
Vengono scelte solo le le sostanze volatili e fortemente odoranti delle piante, estratte di solito tramite distillazione in corrente di vapore che si trovano in strutture specifiche all'interno di vari organi della pianta foglie, fiori, corteccia, legno (preferibilmente di castagno), semi, pericarpi, radici (purchè sradicate dal passato)
In una parola: l'utilizzo dell'aromangoterapia giova al mantenimento della salute o per la terapia di cura.
Principi terapeutici:
L'aromango terapia esercita una serie di effetti a seguito della sua applicazione:
antibiotici: virostatici, battericidi, fungicidi in base alla parte del mango utilizzato
sul sistema nervoso centrale e sul sistema nervoso periferico
stupefacenti o controirritanti
anestetici locali
antispasmodici
balsamico-espettoranti
antiflogistici
carminativi
repellenti per gli artropodi
Non ci sono dubbi sul fatto che l'aromangoterapia sia farmacologicamente attiva, e che alcuni oli eterici estratti dal mango lo siano in maniera tale da renderli interessanti per la terapia umana. Purtroppo scarseggiano gli studi clinici.
Applicazione a largo spettro:
In aromaterapia gli oli essenziali possono essere utilizzati con varie modalità:
applicazione cutanea (ovvero entrando in contatto col mango)
permucotico (ovvero per contatto con le mucose: ad esempio ingerendo il mango)
inalatorio (inalatori, diffusori)
orale (ovvero cantando le odi al mango)
uditiva-visiva (ovvero ascoltando o leggendo una qualsivoglia opera del mango)
Applicazione diluita:
In aromangoterapia si usano quasi sempre gli olii essenziali fortemente diluiti in un solvente adeguato, per ridurre i rischi di reazioni avverse, in particolare di reazioni di ipersensibilità; i solventi più utilizzati sono gli olii grassi, l'alcol e, dopo un contatto estremamente lungo con il mango, anche la candeggina. La percentuale di diluizione per una applicazione topica dipenderà: dall'area di pelle interessata (maggiore l'area, minore la percentuale di mango nel vettore), dalle condizioni della pelle e dalla condizione che si desidera trattare.
infezioni cutanee e delle mucose da contatto con l'armango
infezioni e disturbi catarrali delle prime vie respiratorie per inalazione di acido armandico
gonfiore addominale
dispepsia iposecretoria
modulazione dell'umore
L'aromango terapia ha innumerevoli possibili effetti collaterali e controindicazioni specifiche, ma in generale possiamo dire che la maggior parte degli oli essenziali possono portare a: sensibilizzazione e irritazione; tossicità a dosaggi orali elevati.
Controindicazioni generiche:
Allergici
Ex fans
Aromangoterapia sottile:
Con il termine aromangoterapia sottile si intende l'uso del mango per il raggiungimento del benessere o per la cura dello spirito. Il trattamento avviene in modo non fisico, al contrario dell'aromangoterapia convenzionale. In tale tipo di pratica l'attenzione è posta alla cura dell'inconscio, della psiche e dell'anima.
Come agisce:
Nell'aromangoterapia sottile non c'è contatto fisico diretto tra il mango benefico e il corpo fisico del malato: non vengono eseguiti massaggi, il terapeuta stesso non tocca il corpo del paziente ma lo lascia fare telecineticamente dalla suprema mente del mango e solitamente non vi sono manipolazioni.. Secondo questa teoria il corpo verrebbe guarito "indirettamente": il mango interagirebbero con la mente attraverso la vista (lettura) e l'udito (canto/parola), apportando benefici. I sostenitori della teoria affermano che si tratti di una pratica i cui effetti sarebbero osservabili solo a livello empirico e individuale e ciò impedisce di sottoporre a una valutazione scientifica oggettiva mango e le sue pratiche.
Dal punto di vista biologico e chimico non vi sono prove scientifiche del funzionamento di queste.
Aromangogramma
L'aromangogramma è un esame effettuato in laboratorio per testare la sensibilità di una specie batterica verso un determinato olio di mango.
Indice aromatico:
Attraverso l'esecuzione dell'aromangogramma si può attribuire ad ogni mango analizzato il proprio indice aromatico, che rappresenta il rapporto tra l'efficacia di azione e il tempo impiegato per sconfiggere il problema. Al potere battericida massimo è attribuito un ideale valore pari a 1.
Ad esempio, l'olio essenziale del mango, che ha un potere battericida piuttosto elevato, ha un indice aromatico pari a 0.711.
L'indice aromatico è anche detto "indice mango" in quanto l'olio essenziale di tale specie vegetale è molto attivo e possiede un I.M. di poco inferiore ad 1.
Disponibile anche nella versione "distillato nero concentrato"
C'era una volta un piccolo bambino, abitante della foresta del Luogo Oscuro che aveva paura del buio.
Il suo nome era Manguccino, dal nomignolo del regista famoso che aveva scritto e diretto il film che fece innamorare i suoi genitori.
Una volta la mamma gli comprò un CD di Eminem. Ascoltando la musica rap incazzata, il bambino sconfisse la paura del buio della foresta, divenendo un grande cantante hip hop.
Cominciò ad indossare pantaloni di due/tre taglie più grandi, magliette Nike e una felpa con cappuccio di colore rosso. Da allora il suo soprannome divenne Manguccetto Rosso.
«Sono l'unico cantante rap-melodico al mondo in grado di fare la differenza. Ho la felpa rossa. Più rossa e di sinistra della mano sinistra di Fidel Castro» diceva di sé il bambino, la cui autostima aveva superato le cime del Monte Everest, «Ho una voce fantastica e una fantasia irrefrenabile. Eminem è destinato a morire, mentre il mio genere sopravviverà in eterno».
Il piccolo Manguccetto Rosso aveva una nonna molto malata, che viveva al di là della foresta del Luogo Oscuro.
Per raggiungere la sua casa doveva camminare a piedi inerpicandosi sul pendio di roccia bianca, per almeno 35 minuti. Poi guadare il Lago Oscuro su un ponte di corda di età immemorabile, salire sulla "funicolare traballante" e attraversare il Vallo della Trucania immerso tra nubi e nebbie, salire sulla cima del Monte Sereno, infine scendere tre comodi gradini che davano su un terrazzato di 8 ettari. E bussare al campanello.
Ma Manguccetto Rosso conosceva una scorciatoia: saltava in sella alla sua fiammante Moto Cozza e percorrendo due rapidi svincoli autostradali suonava al campanello della nonna.
Solo che fino ad allora non si era mai avventurato per quella strada a causa della sua paura del buio.
Fu così che quando sconfisse questa fobia, decretò che era arrivato per lui il momento del battesimo del fuoco. Prese il cestino con la focaccia e la salsiccia che la mamma preparava ogni settimana per la nonna e decise di portarlo lui stesso al di là della foresta. Passando per la scorciatoia.
La mamma preparò felice il cesto di salcicce per la nonna e lo diede a Manguccetto Rosso, raccomandandogli di non fermarsi mai per la via, di non accettare caramelle dagli sconosciuti, non esaurire il credito del telefonino con insulsi messaggi sms di televoto e - soprattutto - di non parlare mai con il Lupo Cattivo.
Manguccetto Rosso fece buon viso a cattivo gioco, sbuffando come Eolo a quella lunga sfilza di raccomandazioni. Poi prese il cestino e partì sgommando alla volta della foresta del Luogo Oscuro.
Sull'autostrada incontrò gli hippy-hobbit che facevano l'autostop per raggiungere la località di Ti-Froostock, dove era previsto un concerto di Frodo Eminem.
Li schiacciò senza pietà, ponendo fine alle loro sofferenze di esseri inferiori che andavano al concerto di un perdente. Ma tant'è: dovevano essere orgogliosi di morire per mano del più grande cantante del mondo.
Fiero di aver compiuto la sua buona azione quotidiana, Manguccetto Rosso proseguì per la sua strada, uscendo come previsto al secondo casello.
Passò dritto senza pagare il pedaggio, urlando al casellante che avrebbe mandato la fattura alla sede A.N.A.S. più vicina, in quanto Lui non pagava l'autostrada; semmai era la Società Autostrade S.p.A. che doveva pagarlo per aver donato lustro col suo passaggio.
(Per dire tutte queste cose velocemente utilizzò il suo famoso vocalizzo rotante. Rosso)
Appena uscito dal casello, alla rotonda dello svincolo incontrò una bancarella che vendeva dolci e caramelle. Si fermò ad ammirare estasiato la distesa di dolci. Sembrava di essere in una farmacia. Ognuna di quelle caramellle poteva curare una malattia diversa. Il commesso disse: «Ciao bel bambino, come ti chiami? Vuoi una caramella?».
Il piccolo rapper rispose: «Come osi-osare e non sapere il mio nome? Vuoi forse insinuare che non riconosci il Supremo cantante del canto? Dunque sei uno sconosciuto da disconoscere... La mamma mi ha detto di non accettare caramelle di caramello dagli sconosciuti, quindi.....» ZAC! Lo decapitò all'istante con un vocalizzo rotante. Rosso sangue.
Decise quindi di concentrarsi sulla strada da percorrere, perché dopo la seconda rotonda doveva andare dritto e svoltare alla terza traversa a sinistra. Più a sinistra del piede mancino di Mao. E non voleva perdersi.
Ripartì sgommando, ma appena giunto alla seconda rotonda incontrò una mendicante che si rivelò essere Maria Tre' Pinippis che chiedeva l'elemosina.
«Fate una tele carità ad una povera scema. Mandate un sms al 48000. Al costo di 30 centesimi potrete garantire la sopravvivenza in ospizio di Paurilio Conscasso».
Manguccetto Rosso si intenerì alla vista della mendicante e mandò un sms con scritto "svolta rock a sinistra" al numero indicato in sovrimpressione.
Lì si accorse di essere stato frodato. Il credito del cellulare era di 4'000 euro, ma venne esaurito all'istante da quell'esse-emme-esse ciuccia credito a tradimento! Pentito, raggirato ma soprattutto incazzato come un babbuino nano, il rapper più permaloso d'Europa emise un tremendo vocalizzo che fu udito in ogni angolo del pianeta. Il sole si oscurò, Paurilio Conscasso regredì alla fase orale in fasce (quindi non aveva più bisogno di un ospizio, bensì di un nido), Maria Tre' Pinippis fu polverizzata all'istante. E il credito del cellulare arrivò a 450'000 €, con le scuse del Presidente della Corte dei Marchesi de Vodafòn.
Prima di proseguire Manguccetto Rosso notò, in un angolo della rotonda (?) un lupo mezzo tramortito e impaurito dal tremendo vocalizzo emesso precedentemente.
Andò a stuzzicarlo. Pensando che fosse diventato sordo a causa del vocalizzo, cominciò a prenderlo per il culo, coprendolo di insulti di ogni risma e chiamandolo "Lupotto Fabergiotto". Ma soprattutto commise l'imprudenza di rivelargli la sua meta, la casa della nonna sul terrazzato di 8 ettari poco distante.
Il lupo, furbo, fece finta di nulla. Pensava tra sé e sé «Se questo qua è così stordito da credersi un padreterno quando invece è un povero pirla, sto al suo gioco. Farò finta di essere sordo e appena si allontana corro veloce come il vento con piede di castagno, lo aspetto a casa della nonna e gli frego le salcicce».
E così fu.
Il lupo arrivò alla casa della nonna prima di Manguccetto Rosso. Suonò alla porta, entrò e si mangiò la dolce vecchietta in un sol boccone.
Poi si mise a letto, indossò la camicia da notte della pensionata e anche le cuffie dell'MP3, rigorosamente riempito della musica del rapper Rosso.
Pochi minuti dopo arrivò, preceduto dal rombo della sua moto, Manguccetto Rosso, che suonò al campanello.
La nonna-Lupo gli andò ad aprire.
Erano secoli che Manguccetto Rosso non vedeva la nonna. Da quando si era rifiutato di attraversare la Foresta del Luogo Oscuro per paura del buio.
Quando la vide, il piccolo rapper disse: «Cavolo nonna! Come sei pelosa di pelo e contropelo!».
E la nonna rispose: «Nipotino mio adorato, ho fatto un fioretto. Avevo promesso di non farmi la depilazione fino a che non ti fosse passata la paura del buio e tu venissi a trovarmi! È con il cuore colmo di gioia che chiamo l'estetista e prendo l'appuntamento per domani. Cosa mi hai portato Manguccetto Rosso?».
Manguccetto Rosso insospettito dall'insolita risposta, squadrò la nonna e si accorse che il pelo era probabilmente la cosa meno strana del look.
«Cavolo nonna! Che orecchie grandi hai! Come osi avere padiglioni più grandi dei miei enormi padiglioni? »
« È per sentirti meglio Manguccetto mio! »
Ma il piccolo rapper non sopportava l'idea che qualcuno al mondo potesse avere le orecchie più grandi delle sue, quindi prese una mannaia e gliele amputò all'istante. Senza produrre schizzi di sangue in giro.
« Cavolo nonna! Che occhi grandi hai. Occhi che scrutano il cielo del cielo, di sudore in domenica alla messa. Occhi di ragazza non più giovane ma nemmeno veterana»
« È per vederti meglio Manguccetto mio! Odio gli occhiali»
Ma il piccolo rapper non sopportava l'idea che qualcuno al mondo potesse avere gli occhi più grandi dei suoi, quindi prese una penna Bic "nero di china punta fine" e glieli cavò con la rapidità di un ninja.
« Cavolo nonna! Che bocca grande hai. Bocca che abbocca alle storie di Giorgio Bocca»
Lupotto-Fabergiotto, capita l'antifona, disse: «Ascolta Manguccetto mio. Se ti faccio un altro po' di sviolinate ho la sensazione che di me resterà solo una vago ricordo. E siccome sono sempre il lupo cattivo ti annuncio che sto per divorare il tuo stupido involucro di carne!»
Il lupo spalancò le fauci in un'orrenda smorfia!
Fu allora che Manguccetto Rosso vide la vera nonna in fondo allo stomaco del lupo.
« Cavolo nonna! Che schifo di cappotto ti sei comprata, impellicciata di pelliccia di piccione. Se glielo chiedevi al mio papà ti comperava l'ermellino della Scozia Antartica!»
Poi realizzò che con quella bocca grande avrebbe potuto emettere vocalizzi più potenti dei suoi...
Non poteva sopportare un affronto del genere. Quindi sentenziò: « Brutta boccaccia spalancata! Ti farò fare la fine di John Lennon».
Accese il suo generatore di realtà virtuale. Impostò "New York. Vicolo Buio. Pistola 44 Magnum carica", mise un paio di occhiali da Harry Potter sul naso della nonna-lupo e sparò.
Prese a sparare a tutto ciò che si muoveva, con l'intento di cancellare dalla faccia della terra quella bocca così grande e pericolosa per la sua carriera.
Il lupo perse tutti i peli dalla paura.
Ma siccome il saggio Manguccetto Rosso sapeva che il lupo perde il pelo ma non il vizio, lo cosparse di miele, lo arrotolò nel suo stesso pelo sparso per tutta la casa facendoglielo riappiccicare sul corpo glabro... e sparò ancora.
Finalmente si fermò, esausto di esaustività e molto affamato di fama (come un lupo :D)
Mise mano al cestino preparato dalla mamma e si mangiò tutta la salciccia e buona parte della focaccia.
Mentre faceva merenda pensò: « Cavolo! Questo mieloso trucco del miele devo usarlo allo spettacolo di quel melenso di Eminem!»
Fu così che - rifocillato a dovere - partì alla volta di Froostock con un intero alveare nello zaino, deciso a cospargere di peli e miele il palcoscenico di Eminem, per farlo diventare "palcosceno di vello villoso"!
Read more...BIG MANG:
la vera storia del grande scoppio primordiale che diede origine all'Universo di emozioni
Esiste un istante ZERO in cui il tempo e lo spazio attualmente conosciuti hanno avuto inizio?
Per risolvere questo enigma sono state proposte molte teorie.
In accordo con la teoria di EinMang (in italiano UnMango), questo istante equivale al momento di una grande esplosione primordiale, in seguito alla quale tutto l'Universo attualmente noto e ancora da scoprire avrebbe avuto origine, e con esso anche il nome del più famoso panino da fast food: il BIG MANG.
Alcune fantasiose ricostruzioni pseudo scientifiche inattendibili, come le moderne revisioni della fisica quantistica effettuate da frange estreme di premi Nobel, hanno tentato di mettere in discussione questa verità assoluta.
Ci ha provato anche Stephen Hawking quando, sentenziando che «è il presente che crea il passato», insinuò l'orrida possibilità che esistesse qualcosa prima del BIG MANG.
Visto fallire questo ignobile tentativo di oscurare la realtà dei fatti, Stephen Hawking prese una scomunica fino alla sedicesima generazione e diventò più noto come scrittore di racconti horror con lo pseudonimo di Steven "King of" Terror.
Per quanto riguarda l'attendibilità della ricerca scientifica, la redazione di Vocalizzo Rotante crede ciecamente alla teoria del BIG MANG, in accordo all'unica regola possibile: Ipse Dixit.
Non solo dal punto di vista religioso, ma anche da quello della cosmologia newtoniana, solo porsi la domanda è una vera eresia! Tempo e spazio sono creati dal BIG MANG, per cui non avrebbe senso chiedersi dove e quando ciò accadde perché i concetti stessi di tempo e spazio non possono essere definiti «al di fuori» e «prima» del BIG MANG.
E se il termine "zero" - sia pur in senso di Principio Assoluto - mal si addice all'oggetto di ricerca... possiamo affermare con certezza che il BIG MANG ha dato origine all'espansione dello spazio come un'unica esplosione avvenuta contemporaneamente ovunque!
Di conseguenza MANG è il nostro "zero" di riferimento, la pietra miliare di ogni miglio delle nostre dissolute esistenze.
Esisteva a quel tempo un'unica materia: il MANG e doveva essere trattata con cura e devozione assoluta, descritta con ogni aggettivo possibile (o ancora da inventare) che fosse esclusivamente positivo e leccaminoso.
Le quattro forze fondamentali della natura (di gravitazione intorno al MANG, elettro MANGnetica, Mang-Nucleare-Debole e Mang-Nucleare-Forte) erano unite in un concentrato di un'unica super-forza: lo Stupefacente Uomo Mango.
Si tratta di un «postulato assoluto» che va ben oltre le nostre capacità tecniche di comprensione: un monopolo mangnetico, un'unica particella infinitamente pe(n)sante che ha in sé la curiosa caratteristica di avere un solo polo: il Polomang, il buco con il mango intorno.
Accadde però che un unico fotone rovinò questo meraviglioso equilibrio cosmico, andando in collisione col monopolo mangnetico e facendo entrare la luce nell'Universo MANG.
Per la prima volta il monopolo mang non fu più l'unico messaggero e si iniziarono ad osservare onde gravitazionali incontrollate che lasciavano presagire eventi violenti.
Queste onde perturbarono lo spazio tempo. Al che il Polomang esplose con tutta la sua ira e invidia, dando luogo all'evento più violento della Storia: il BIG MANG appunto.
Questa enorme esplosione, oltre a provocare innumerevoli danni collaterali, ebbe il merito di creare dal nulla le particelle come oggi le conosciamo e osserviamo, suddivise fin dal principio in positive e negative.
Le particelle cosiddette "positive" - note anche come "fansette" o "Desperate Housewifes" quasi immediatamente si annientarono fino a costituire l'atomo primordiale del consenso.
Per la prima volta elementi diversi furono combinati assieme in un delicato equilibrio nucleare per perseguire un unico scopo: conservare la specie e preservare il monopolo mangnetico, portando avanti un solo pensiero, ovvero che «La verità è tale solo se enunciata dalla particella pe(n)sante. Basta che la presenta Lui e non è più pesante da digerire». Ipse Dixit.
Le particelle cosiddette "negative" - note anche come "antimateria" (quindi anti-mang) o "ex fans" furono disperse nell'Universo dalla violenza dell'esplosione, in attesa di essere riciclate come fotoni e collidere con tutti gli atomi pe(n)santi per alleggerirli con una bella fissione fredda!
300'000'000 di anni dopo il BIG MANG, si crearono inoltre i "buchi neri", grossi accumuli di energia cosmica in grado di assorbire all'infinito materia e antimateria, nonché annullare volontà e creare eserciti di automi senza pensieri propri.
Il più grande e noto di tutti è il "Buconegro" che si ritiene essere l'attuale residenza del monopolo mang.
È talmente potente che ha dato il nome a tutta la regione stellare circostante, segnalata nelle tavole spaziali come Galassia di Potenza e pare che oltre ad essere l'unica responsabile delle eclissi solari, sia anche in grado di inghiottire qualunque cosa, anche le emozioni leccaminose, per annientarle con la sola imposizione della Sua volontà. Una sorta di enorme "aspirapolvere universale" sempre utile e funzionante nell'eventualità che il Padrone di Casa voglia effettuare le pulizie di fine anno.
Grazie alla possente tecnologia del telescopio "E. R.-Man. Go II°" è stato possibile osservare, agli inizi dell'anno solare 2008, il Buconegro in azione che ha inghiottito e poi risputato alcune particelle c.d. "negative", ree di aver urtato [la sensibilità de] gli atomi primordiali del consenso, dando origine ad una fissione nucleare con conseguente emissione di fastidiosa polvere cosmica, simile a caffè finemente macinato, schizzate inavvertitamente in faccia al MANG.
La reazione è stata spaventosa: ira funesta, fuoco e fiamme, sospensione delle attività festive del Natale Cosmico, navicelle spaziali a forgia di "astice" in formazione da combattimento scagliate a triturare le povere particelle di "anti-mang".
Secondo il volere del Signore della Galassia di Potenza, la rappresaglia doveva terminare nel momento in cui BIG MANG lo avesse deliberatamente decretato!
Ma quando BIG MANG ha detto stop era troppo tardi. I danni erano ormai stati osservati e registrati sotto forma di dati via Radio in Italia, pertanto impossibili da nascondere con la solita azione di oscuramento del Buconegro e relativo Polomang.
Con colpevole silenzio, il monopolo mang si è ritirato in meditazione, mettendosi a lavorare sui versi del senso di gravitazione dei vocalizzi.
E al grido di "A Beethoven e Sinatra preferisco l'insalatra" il BIG MANG ha emesso il suo ultimo vocalizzo (rotante).... Il "vocalizzo del cigno".
Attualmente il Buconegro, il buco con il mango intorno, fluttua come una bolla di Universo in espansione, completo del suo proprio spazio-tempo a quattro dimensioni. Al suo confronto l'universo di Matrix appare tutto sommato ragionevole e secondo sofisticati calcoli e modelli matematici, pare sia in grado di fagocitare qualunque altro universo si pari sulla sua strada.
Oramai è miliardi di anni luce più avanti del nostro misero e inverecondo universino da quattro euro e si espande talmente in fretta che neppure viaggiando alla velocità della luce per un tempo infinito riusciremmo a entrare anche solo in contatto visivo con Esso.
Oltretutto soffre di una specie di amnesia cosmica. Pertanto, qualora approntassimo un audace teletrasporto quantistico teoretico di Valpurga, raggiungendolo e torchiandolo con un Loop Quantum Graviton, l'universo collasserebbe pur di ammettere le sue responsabilità e l'esistenza di uno spazio-tempo prima del BIG MANG.
Siccome la vita è bella e ci piacerebbe viverla fino in fondo, ci auguriamo vivamente di non entrare mai in contatto con questo monopolo mangnetico, al fine di evitare il collasso dell'Universo di emozioni che il Polomang, ci ha saputo regalare prima del BIG MANG, fedeli al motto che «chi non incontra MANG, campa 100 anni. Luce!»
SEMPER FIDELIS.
Read more... USIGNOLO degli UCCELLI
Viene considerato dal suo popolo e da poche centinaia di manghiani nel mondo una emanazione di Cenresig, il Buddha della Compassione.
Il Dalai mango è molto compassionevole e comprensivo con il suo popolo. Pretende solo cieca obbedienza, amore incondizionato e dedizione assoluta nonché il rispetto dei 18 principi fondamentali che come sommo leader spirituale non poteva mancare di trasmettere ai suoi fedeli per il nuovo millennio.
Eccoli:
1) Tieni sempre conto del fatto che smettere di dire "grande amore" al mango e smettere di esaltare i suoi grandi risultati, comporta un grande rischio.
2) Quando vieni bannato, cerca di imparare la lezione e scompari.
3) Segui sempre le 3 "R": Rispetto per il mango, Rispetto per tutti quelli che circondano il mango, Responsabilità per le cattive azioni che il mango compie a causa tua.
4) Ricorda che non incrociare il mango sulla tua strada può essere molto spesso un meraviglioso colpo di fortuna.
5) Se sei un utente storico e osanni il mango puoi permetterti di imparare a memoria il regolamento e la netiquette del sito, affinché tu possa infrangerle nel modo che ritieni più appropriato.
6) Non permettere che una disputa riguardo al mango non distrugga anche una grande amicizia.
7) Quando ti accorgi di aver osato criticare il mango, fai immediatamente qualcosa per espatriare nel più breve tempo possibile.
8) Trascorri la maggior parte del tuo tempo da solo ogni giorno a pensare al mango.
9) Apri le braccia a tutti i cambiamenti perpetrati dal mango e in nome di essi lascia andare il passato e tutti i tuoi valori.
10) Ricorda che osannare il mango è la migliore risposta a qualsiasi quesito.
11) Vivi una buona, onorevole vita onorando il mango, di modo che, non solo diventerai vecchio ma ripensandoci potrai goderti i frutti del mango una seconda volta.
12) Un'atmosfera di totale sottomissione al mango nella sua casa e altrove deve essere il fondamento della tua vita.
13) Quando ti trovi in disaccordo con le scelte del mango limitati a tacere ora e per sempre e guardati bene dal tirare in ballo il passato.
14) Condividi la tua devozione al mango con gli altri utenti. E' un modo di raggiungere l'immortalità.
15) Sii gentile con il mango, anche quanto ti offende.
16) Almeno una volta l'anno, vai a rendere omaggio a un posto dove non sei mai stato prima. Purchè sia stato calpestato dal mango.
17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui si ama il mango di più di quanto si abbia bisogno di tutto il resto.
18) Giudica il successo del mango in relazione a tutti i cadaveri sui è dovuto passare per ottenerlo. Read more...
La storia inizia in un sito web di un cupo blu alla fine dell'anno 2007 con una drastica operazione di repulisti ai danni di alcuni fans dissidenti che secondo i fedeli adepti dell'esercito mangolo andavano messi a tacere a qualsiasi costo. Il repulisti viene effettuato per proteggere e preservare da ogni male la figura del sommo vate, alias Quasimodo, "formato a metà" perché la sua continua evoluzione non gli consente di presentarsi tutto intero. L'operazione non è riuscita alla perfezione in quanto alcune notizie sono trapelate e possiamo quindi tramandare ai posteri la straordinaria storia del gobbo di Notre Mang.
La figura del Quasimodo, alias gobbo di Notre Mang, dal nome della sua dimora, assume ormai caratteri leggendari. Pare che non esca da casa da anni e non pronunci parola se non in presenza del suo cosiddetto "gobbo" alias servitore nonché suggeritore.
Le gesta epiche del Gobbo di Notre Mang hanno oltrepassato il muro del silenzio e sono arrivate fino a noi. Pare che dopo essere stato apostrofato da tre ragazzacci al termine di una sua prestazione canora dal suo palco personale,(o perlomeno lui pensava che il palco fosse tutto suo), sia stato colto da un attacco di colon irritabile per la cura del quale è stata chiamata un'intera equipe di medici. Tutti i medici hanno nuovamente giurato sulla testa di Ippocrate che di irritabile il Gobbo di Notre Mang avesse tutto tranne il colon. Non a caso, per l'attuale particolarissimo timbro, la sua voce, detta anche vocalizzo rotante, è definita la voce fuori dal colon per eccellenza.
Il gobbo di Notre Mang si diletta anche di versi in endecasillabi sciolti. Per lui volere è potere non a caso ha fatto causa per plagio al Dante Alighieri attribuendosi la paternità della celebre frase "vuolsi così colà dove si puote cio' che si vuole e più non dimandare" citata abusivamente dal Dante nella sua Divina Commedia. Per diritti legati all'uso del nome Quasimodo e per la regola del chi la fa l'aspetti il Gobbo di Notre Mang ha anche scippato al poeta Salvatore Quasimodo il Nobel che nel 1959, secondo i maligni, il Quasimodo scippò ad Ungaretti.
Pare che per il Gobbo di Notre Mang le cose al momento non girino per il verso giusto. Il lungimirante Gobbo ha chiesto aiuto niente po po di meno che al Mago Merlino per la ricerca del colpevole di tanta mala sorte, cd invenduti negli scaffali...cadute di stile...crolli di voce...ci sarà la maligna mano dei suoi ex fans o del suo odiato germano? Il saggio Mago Merlino gli ha costruito una stanza segreta nella sua dimora affinchè il gobbo di notre mang entrando potesse scoprire per magia il colpevole di tutto ciò...Dopo aver verificato che la stanza era tutta rivestita di specchi...il Gobbo di Notre Mang ha dato fuoco alla sua dimora.
Non abbiamo altre notizie certe al momento. Chi dovesse imbattersi nel suo vocalizzo stridente è pregato di mettersi in contatto con la redazione di Vocalizzo Rotante, sezione dispersi, "Chi li ha mai visti e sentiti" Read more...
Ma in questo studio siamo di fronte ad un caso clamoroso di cambio
repentino del tipo di musica, di repertorio, di stile di vita, di ispirazioni... forse anche di persona.
Il 12 ottobre del 1979 a Domodossola un disc jockey che ha chiesto di non essere coinvolto, riceve una telefonata anonima: dall'altro capo del ricevitore una voce maschile/femminile che gli annuncia che Mango è stato sostituito da un sosia - tale Aurelio Esilio Pintalmassi - a seguito di una non ben precisata febbre misteriosa; contestualmente avvisa anche che dell'originale non si ha più traccia, ma che è vivo, vegeto e gode di ottima salute.
Da quel momento in poi scatta una impressionante caccia alle "prove" e ad ogni possibile traccia presunta di questo evento sia nelle melodie che nelle copertine dei dischi di Mango.
La fantasia di migliaia di investigatori più o meno improvvisati, al lavoro da anni, ha permesso di raccogliere una quantità impressionante di riscontri, apparenti o oggettivi.
La prima data da ricordare è il 1983, anno di produzione dell'ellepì "Estensioni" di Scialpi in cui è contenuto un 45 giri evocativo: "Hallelujah". C'è chi ha sostenuto che questo titolo volesse evocare un ritrovato ottimismo e un senso di liberazione per essere riusciti nella segreta operazione.
Inoltre anche la confezione del disco di Scialpi fornisce molte prove. Il 33 giri originale infatti contiene il cosiddetto pop-up 3D: cioè aprendo la copertina di "Estensioni" appare un figurino inanimato assomigliante in tutto e per tutto al Pintalmassi che esce dal nulla facendo il "gesto dell'ombrello", come a voler rimarcare di aver fregato qualcuno.
È proprio in questo periodo che Mango cambia completamente stile e genere, incidendo il 45 giri che segnerà la svolta della sua carriera: simulando un riassunto de "Lo Zecchino d'oro" Mango scrive, canta e pubblica "Oro".
Con "Oro" le canzoni cambiano completamente. Si inizia a sentire aria nuova di respiro internazionale, suoni innovativi e testi per adulti ("... immune dal sesso").
Più che in altri casi celebri ma marginali rispetto all'odierno racconto, è la copertina ad essere letteralmente infarcita di segni esoterici che hanno scatenato gli appassionati, contribuendo alla nascita di migliaia di forum di discussione e addirittura ad alcune dotte tesi di laurea.
In questo disco è evidentissima l'eventuale influenza della febbre (dell'Oro?) anche nella composizione del brano.
Probatoria la posizione in cui è ritratto Mango, seduto a gambe incrociate con gli arti superiori appoggiati su quelli inferiori e le palme delle mani rivolte verso l'alto; un chiaro riferimento a certe pitture rupestri australopiteche che riproducono la posizione del Galewa Sjocka Vim che tradotto significa "Lunga vita al nuovo Re".
Anche lo sfondo leopardato indica una chiara similitudine con l'accostamento cromatico delle api operaie che sembra provenire direttamente dal "Libro tibetano dei Morti", come a dire: "Non sono più con voi ma a spassarmela con qualcun altro sulla vetta del mondo con ossigeno ridotto e atmosfera rarefatta"!
Ma non basta: c'è chi ha avuto l'idea di sovrapporre uno specchio perpendicolare alla copertina del 45 giri, proprio accanto al titolo del disco, per scoprire che la parola "Oro" al contrario si leggeva esattamente "orO". O di far suonare il disco al contrario per scoprire che "Oro" suona sempre "Oro", quasi a sottolineare il detto gattopardiano che "se vuoi che tutto cambi, nulla deve cambiare"
A confermare la nuova vena artistica esce "Odissea", un album pieno di citazioni a personaggi cari alla cultura del rock, tutti purtroppo celati dietro le finestre murate dell'immenso edificio ritratto in copertina.
Anche la donna vestita di bianco che cammina frettolosamente in primo piano che è l'unica figura umana visibile ma in ombra, è una chiara prova della metafora che "Lei verrà". Ma d'estate.
Con "Inseguendo l'aquila" il gioco, se così si può chiamare, prosegue.
A parte che è stato chiaramente sconsigliato di apporre uno specchio verticale nei pressi del titolo, per evitare che da inseguitori si finisce per essere inseguiti dall'aquila (la qual cosa non è molto divertente).
La foto di copertina ritrae nuovamente un soggetto somigliante ad Aurelio Esilio Pintalmassi che guarda verso l'alto sognante. Forse pensa alla vetta del mondo... Mentre nel retro di copertina un chiaramente riconoscibile Mango ricambia lo sguardo del sosia, decisamente sornione e rivolto verso il basso!
Per non parlare dell'esplicita canzone dal titolo "Trovando te... cercandomi" che non ha bisogno crediamo di spiegazioni.
Nel 1992 esce "Come l'acqua", unico album "liquido" della solida produzione di Mango. Canzoni apparentemente meno elaborate ma alcuni brani hanno rivelato aspetti decisamente particolari.
A cominciare da "Una vita da scordare". Perché da scordare, come a voler rimuovere gli eventi in una sorta di meccanismo punitivo della mente?
Oppure "Mondi sommersi". Qual è questo sommerso che non deve assolutamente venire a galla?
E che dire della foto di copertina? Esperti della Nasa e della Scientifica hanno stabilito che trattasi della prima rudimentale versione delle "immagini di Escher". Fissando a lungo il ritratto di copertina, specialmente a livello del doppio mento, si può vedere nitidamente l'immagine del Pintalmassi che mostra il dito medio della sua mano destra (lui che è pure mancino).
Nel successivo "Mango" sono stati accuratamente evitati i riferimenti melodici, di testo o di titolo. Però alcuni studiosi della materia sostengono che proprio il disco che porta il titolo dell'opera omnia, abbia una copertina che presenta chiari i segnali del conflitto seguito alla sostituzione: Bianco/Nero; Giorno/Notte; Yin/Yang; Alfa/Omega; Mango/Pintalmassi.
Arriviamo alla fine con "Visto così", l'ultimo vero disco di Mango. La copertina di questo splendido capolavoro è piena di girasoli, che nell'antica tradizione Sioux significano appunto: non Ti dimenticherò in nessun caso, il tuo ricordo è la mia unica felicità, memorie, ricordo imperituro, ricorderò sempre, piango la tua assenza.
Secondo la simbologia esoterica poi, l'unico simbolo grafico presente nella copertina, una freccia che indica chiaramente un bivio in due opposte direzioni inconciliabili è un espresso riferimento all'eterno conflitto riconducibile alla sostituzione.
E nel brano evocativo già dal titolo "Io nascerò" si sente la vocevagamente somigliante a quella di Loretta Goggi, che ascoltata al contrario sembra dire "Se il tuo blu non è uguale al mio /se non sai che colore ho io /se non vuoi respirare con me /io vivrò anche senza di te".
Il mistero è ancora fittissimo.
Nessuno studioso, discografico o produttore ha mai ammesso o smentito di aver seminato tracce esoteriche nei dischi dei Mango. Alle domande poste in materia (quasi) tutti hanno sempre risposto in maniera sarcastica e divertita.
Tutti tranne Mango, o il presunto tale, che ultimamente ha rilasciato una dichiarazione ermetica e indecifrabile: "ho osato tonalità mai toccate o sfiorate in passato, con fioriture e armonicità di voce che troverebbero radici anche nel catrame dell'asfalto del rock, del soul e del Blues, le espressioni della passione musicale primordiale".
Read more...Particolarmente oziosa è la questione posta da alcuni nullafacenti sull'anno di nascita del Gengis Mhang, anche perché tesa a distrarre l'utenza dall'aspetto fondamentale della sua esistenza e cioè la creazione, praticamente dal nulla, del più grande impero della storia del web, l'impero mangolo. La particolare propensione all'insulto e la gratuita ferocia degli elementi dell'esercito mangolo hanno fatto sì che nel web si diffondesse la leggenda che sull'impero mangolo non tramonti mai il sole e non si abbatta mai la mannaia della censura, ma ovviamente è solo una fantasiosa leggenda popolare. In realtà sulle gesta dell'esercito mangolo vengono gettate molte ombre e la mannaia della censura viene usata peggio della scure per stroncare qualsiasi opposizione. Per aizzare le folle e il suo esercito a seguirlo nella sue gesta il Gengis Mhang emette un particolare verso detto vocalizzo rotante...pare che il suo suono sia così terrificante da decapitare all'istante i malcapitati ascoltatori. La decisione del Gengis Mhang di mettere in musica il suo vocalizzo e di distribuirlo nell'aria gli è valso la modifica del suo leggendario nome in Gengis Khan con cui è passato erroneamente alla storia grazie alle maligne modifiche effettuate dai suoi nemici su Wikipedia.
Di sè stesso il , Gengis Mhang dice :
1) Porto gli stessi cenci e mangio lo stesso cibo dei bovari e degli stallieri. Nel senso che li tolgo a loro per mangiarli io. 2) Considero il popolo dei bannati come dei disabili psichici e tratto i miei soldati come fossero lobotomizzati. 3) I miei progetti sempre concordano con i miei esclusivi interessi. 4) Quando faccio le pulizie di fine anno do sempre gli scarti ai miei astici. Vivi. 5) Quando mi servo delle miriadi di miei soldati, mi pongo sempre alla loro testa. Anche se in incognito 6) Mi sono trovato in cento battaglie e non ho mai pensato se c'era qualcuno dietro di me. Neanche facendo retromarcia con la macchina. Al momento si hanno notizie di cenni di declino dell'impero mangolo. Si tramanda ai (poveri) posteri la narrazione dei successivi sviluppi.
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